Fisco: Per il Presidente Ferrari “la presunzione che il lavoro professionale sia privo di valore è insito in numerosi atti della Pubblica Amministrazione”
“La presunzione che il lavoro professionale sia privo di valore è insito in numerosi atti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei professionisti, in particolare, e degli imprenditori, in generale”. L’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) si schiera contro la recente sentenza del Consiglio di Stato che, nel caso della vicenda del Comune di Catanzaro, autorizza gare d’appalto senza compenso per i professionisti. “Il Consiglio di Stato, con la discussa sentenza sulle consulenze gratuite, costituisce meramente un casus belli in una vicenda che per la nostra e per altre categorie ha ormai radici profonde”, afferma il Presidente AIDC, Andrea Ferrari. “Per andare al recente passato, ancora di cronaca, come la nota vicenda dello ‘spesometro’, l’AIDC ha a suo tempo denunciato come tale adempimento, il cui incasso presunto era indicato in 2 miliardi di euro, impattasse sul sistema imprese per un onere complessivo di 2,2 miliardi, dato stimato dal nostro ufficio studi in funzione del tempo necessario a compiere l’adempimento (che oggi verifichiamo sottostimato) per il numero dei soggetti chiamati all’adempimento, in base al costo orario medio di un impiegato amministrativo, come indicato dal Ministero del Lavoro. In sostanza l’Amministrazione Finanziaria chiama gli imprenditori, e per essi i commercialisti, a sempre nuovi e più gravosi adempimenti senza in alcun modo tener conto del contributo lavorativo di questi, datane per scontata la gratuità. Stessa cosa nei confronti di tutte le categorie interessate dalla comunicazione dei dati del c.d. sistema “Tessera Sanitaria” (operatori della Sanità ed altri) e, di nuovo, per essi la categoria dei commercialisti”.
“Insomma, lo si ribadisce da tempo, si sono scaricati sugli imprenditori e sui professionisti adempimenti ed oneri ulteriori rispetto ad imposte e tributi, generati proprio dal tempo necessario per assolvere gli obblighi tributari, che hanno un impatto negativo sull’economia ben superiore all’effetto immediato dell’introduzione dell’imposta e che si sostanziano in una sottrazione di ore/uomo al sistema produttivo per destinarle al sistema burocratico. L’impressione è che al Ministero dell’Economia manchi un economista”.
Per il Presidente dell’AIDC “prima ancora del messaggio mortificante e distruttivo che la sentenza citata ha nei confronti di quanti, ed in particolare i giovani, investono il loro tempo in istruzione e formazione professionale, emerge una miope visione dello Stato che, in una fuorviante prospettiva di risparmio apparente, lede in realtà la parte migliore del Paese, spogliando i giovani dei propri sogni, i professionisti della propria dignità, il Paese di risorse monetarie ed economiche indispensabili”.