La Legge di Bilancio 2021 prevede, tra le altre, la proroga di un anno (quindi fino al 31/12/2021) del credito di imposta al 50% per le spese legate al processo di quotazione sui mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione per le PMI.
Il Legislatore ha ritenuto opportuno rinnovare tale misura in considerazione dell’effetto incentivante che tale intervento può avere per le Piccole Medie Imprese nell’intraprendere un percorso di crescita strutturata.
Ma come si quota un’impresa e quando si ottiene il contributo?
Le ragioni e le modalità di quotazione
Le imprese possono decidere di aprire ad investitori esterni per una serie di ragioni, le quali possono tuttavia ricondursi nella sostanza a 2 categorie:
- Finanziare percorsi di crescita interi ed esterni;
- Realizzare il valore generato nella gestione della società.
Per quanto riguarda le modalità, le stesse sono in ultima istanza determinate dalle ragioni su esposte. È infatti possibile procedere a quotarsi attraverso tre differenti modalità:
- Offerta pubblica di sottoscrizione, o come piace ai più con l’acronimo di origine anglosassone IPO (Initial Pubblic Offering), congeniale all’adozione di politiche di crescita;
- Offerta pubblica di vendita, maggiormente adottata in caso di volontà di voler trasferire a terzi le proprie quote di partecipazione;
- Offerta pubblica di sottoscrizione e vendita.
Le fasi della quotazione
Il processo di quotazione sui mercati regolamentati (come l’MTA o l’AIM di Borsa Italiama) si sostanzia tipicamente in una serie di fasi che prevedono riorganizzazioni, eventuali, interne all’azienda ed attività obbligatorie per il rispetto della normativa.
La preparazione alla quotazione richiede cura da parte della società nel pianificare le attività preparatorie e permette all’imprenditore di dotarsi di sistemi manageriali evoluti, anche grazie ad una attività di autovalutazione della società.
In una prima fase preparatoria vanno assunte decisioni e definite attività che riguardano la forma e l’organizzazione dell’impresa:
- È anzitutto fondamentale adeguare i propri modelli di organizzazione e controllo e di governance, allineando la propria struttura alle forme organizzative richieste dal mercato.
- Deve essere delineato un formale Piano Industriale;
- È necessario selezionare adeguati consulenti che supportino adeguatamente l’azienda nel percorso di apertura al mercato dei capitali.
Predisposto il campo per poter soddisfare i requisiti organizzativi richiesti per la quotazione, sarà necessario procedere con una serie di certificazioni relative al piano industriale, alla documentazione contabile, verificare l’adeguatezza della struttura e verificare l’assenza di problematiche o rischi di natura fiscale o legale.
Particolare attenzione viene rivolta alla Due Diligence, ovvero alla verifica, solitamente legata agli aspetti fiscali e legali dell’impresa, di assenza di tematiche o questioni che possano comportare rischi significativi per la gestione futura dell’impresa.
Dovranno poi essere predisposti i documenti di Ammissione ed il Prospetto Informativo, indirizzati alle società di gestione dei mercati ed agli investitori.
Dovranno poi essere coinvolti una serie di soggetti che andranno a formare il consorzio di collocamento, ai quali andrà presentata la documentazione predisposta per la definizione del valore attribuibile alla quotazione e finalmente presentare la società ai principali investitori (Roadshow).
A questo punto la società sarà pronta e presentata la richiesta di ammissione alla quotazione, così a fronte di un parere favorevole da parte di Borsa Italiana, le azioni della società verranno infine ammesse alle negoziazioni sul mercato.
I costi della quotazione
Per garantire il buon fine di un percorso così complesso, la società dovrà necessariamente rivolgersi ad una squadra di consulenti esperti e competenti, il cui numero ed il cui costo nel complesso, può evidentemente rappresentare un potenziale disincentivo nell’intraprendere questo percorso.
È necessario infatti tener presente che dovranno essere prese in considerazione spese associate alle seguenti categorie:
- Costi dei legali che sono legati agli aspetti contrattuali, fra i quali quelli relativi alla predisposizione del Prospetto Informativo (Documento di Ammissione) richiesto da CONSOB per gli investitori;
- Costi dello Sponsor, che assiste la società quotanda nell’iter che precede la collocazione dei titoli, detta i tempi e seleziona i consulenti con i quali valuta l’intervallo di prezzo di offerta delle azioni;
- Costo della società di revisione e/o altri consulenti per l’emissione di comfort letter, per la revisione di bilanci, per la verifica di idoneità della struttura interna;
- Contributi e diritti corrisposti alla CONSOB, relativamente all’attività di vigilanza, e a Borsa italiana p.A., per quanto concerne la gestione delle transazioni;
- Spese di marketing, di presentazione agli investitori istituzionali e spese di comunicazioni a mezzo stampa.
Evidentemente, quando l’impresa ha buone prospettive di crescita e sviluppo grazie all’accesso ai capitali del mercato, tali spese rappresentano solo un “biglietto di ingresso”, che si sarà sicuramente disposti a pagare.
Evidentemente per realtà di minori dimensioni tutto ciò può rappresentare una significativa barriera.
Il credito di imposta
Per incentivare i processi di quotazione, visti come un’opportunità per lo sviluppo delle imprese e per il sistema economico, la Legge di Bilancio 2021 ripropone per tutto il 2021 una misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2018:
- un credito di imposta pari al 50% delle spese sostenute nel processo di preparazione alla quotazione e per l’ammissione ai mercati dei capitali, fino ad un massimo di euro 500.000.
Tale credito sarà concesso a condizione di essere ammessi alla quotazione entro il 31 dicembre 2021.
L’agevolazione permette di compensare il 50% degli importi con i modelli F24 da versare a partire dal periodo di imposta successivo a quello in cui avviene la quotazione.
Il contributo non determina reddito imponibili ai fini fiscali.
Procedura di concessione del credito d’imposta
Le imprese che ne abbiano i requisiti, devono inoltrare un’apposita istanza, in via telematica, nel periodo compreso tra il 1°ottobre dell’anno in cui è stata ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo.
La predetta istanza deve contenere:
- Gli elementi identificativi della PMI, ivi compreso il codice fiscale;
- L’ammontare dei costi agevolabili complessivamente sostenuti a decorrere dal 1°gennaio 2018 per l’ammissione alla quotazione, nonché l’attestazione relativa all’effettività del sostenimento dei costi e della loro ammissibilità rilasciata dal presidente del collegio sindacale, oppure da un revisore legale ovvero da un professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili;
- La delibera di avvenuta ammissione alla quotazione adottata dal soggetto gestore del mercato regolamentato o del sistema multilaterale di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo;
- L’ammontare del credito d’imposta richiesto;
- La dichiarazione sostitutiva con l’indicazione dei codici fiscali di tutti i soggetti sottoposti alla verifica antimafia.
Entro i successivi trenta giorni dal termine ultimo previsto per l’invio delle istanze, la direzione generale per la politica industriale, la competitività e le PMI del Ministero, previa verifica dei requisiti previsti nonché della documentazione richiesta, comunica alle società il riconoscimento ovvero il diniego dell’agevolazione e, nel primo caso, l’importo effettivamente spettante.